Il bisogno di narrare per dare ordine e significato agli eventi della vita

Gli studi e gli approfondimenti sulla narrazione, e le possibili applicazioni terapeutiche, si poggiano sostanzialmente sul bisogno di narrare che è insito nell’essere umano ed è legato alla necessità di dare un ordine agli eventi della vita per attribuire loro un significato e, soprattutto, rileggerli con occhi nuovi per trovarvi un insegnamento e un orientamento migliore rispetto alla semplice sequenza dei fatti. 

Il bisogno nell’uomo è sentirsi a casa nella propria vita cioè sentire che tutto ha un senso più profondo rispetto al semplice accadere degli eventi, una necessità che è sia antropologica sia spirituale e trascendente. 

Una verità già evidenziata da Jung: ‘Come il corpo ha bisogno del nutrimento, e non di uno qualsiasi, ma solo di quello appropriato, così la psiche necessita del senso del proprio esistere, e, di nuovo, non di un senso qualsiasi, ma del senso di quelle immagini e idee che corrispondono alla sua natura’. L’uomo è cioè un animale simbolico (…) caratterizzato da un insopprimibile bisogno di simbolizzazione, che perlopiù compie attraverso la narrazione”. 

Il senso della vita non è dato a priori e l’essere umano è chiamato a costruirlo da sé rielaborando gli accadimenti e immaginandoli diversamente. A tal fine, non esiste modalità più appropriata della narrazione per maturare l’attribuzione di senso, ed è questa una necessità inderogabile per l’essere umano considerando che è proprio nel non aver saputo dare un senso alla propria vita che risiede la maggior parte del ‘male di vivere’. 

La narrazione consente anche la rappresentazione visiva di emozioni ancora non distinte precisamente a livello cosciente ma che agiscono a livello inconscio che, spiegandolo con le parole del filosofo e professore Massimo Diana, non è riconducibile al solo ‘rimosso’ ma che contiene, invece, “la sapienza e la memoria della nostra specie, e che quindi interviene (se, ovviamente, impariamo ad ascoltarlo e a obbedirvi) per aiutarci ad affrontare i problemi della vita e a prendere quelle decisioni che per noi sono vitali. Comprendiamo, in questo modo, come la capacità di narrare può realmente curare, rappresentando una via alla nostra umanità, un percorso riuscito di umanizzazione”.

Il processo di narrazione diventa, dunque, uno strumento efficace perché consente la rappresentazione simbolica di contenuti emozionali profondi rimossi, o non ancora metabolizzati come esperienza razionale, dunque ancora lontani dal poter essere espressi con la parola. Il racconto consente il passaggio della verbalizzazione, dunque della razionalizzazione, dell’esperienza e di una conseguente, e sempre maggiore, definizione autonoma di sé.

Tratto da: 

IL BILANCIO DELLE COMPETENZE NELLA FORMAZIONE DEGLI ADULTI 

la narrazione come strumento di analisi: dalla Learning narrative alla mitobiografia 

A cura di Tiziana Lucioli

Bibliografia: 

Diana, M. (2020). Dispensa fornita a supporto didattico della lezione “Psicopedagogia narrativa. La prospettiva mitobiografica”, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Dipartimento di Studi Umanistici, Master in Counseling and Coaching Skills. Inedito.

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